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Vorrei esporre qui una idea che sto adesso "mettendo su carta", dopo che "tanto tempo trascorso sulla mia pelle"
mi ha aiutato a dipanarla. Sto scrivendo una (per cosi' dire) reinterpretazione della teoria della relativita' di Einstein.
Sono stato sempre affascinato dalla sfida: il tentativo di spiegare ai ragazzi la fisica e la matematica senza un bisogno
tedioso di formule, lasciare che le formule potessero venire da se', semplicemente. L'idea nasce dalla domanda "che cosa
e' il tempo". Attraverso delle snodature logiche di pensiero (assolutamente non coadiuvate da formule, ma solo dall'esposizione
di concetti) arrivo all'ineluttabile conclusione che il mondo cosi' com'e' necessita di essere rielaborato nell'idea di spazio
e di tempo; e quindi l'impalcatura della teoria della Relativita' Speciale di Einstein e' presentata in modo autoconsistente
direi [ovviamente la derivazione della trasformata di Lorentz necessita di una lieve appendice matematica, ma non esagero
nel riempire di formule ed algoritmi]. Sono cosciente del fatto che non c'e' niente di nuovo in quello che scrivo, tuttavia
vedendo il problema in questo modo noto che la successiva visione della teoria della Relativita' Generale come "geometrodinamica"
risulta quasi una conseguenza del modo precedentemente assunto nel ragionare.
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