Per quanto ne so io (che fa rima con niente..:) ) la questione e' mooolto sottile.
Il punto e' l'onda! Cosa si associa all'onda?
Nel caso della gravitazione e' lo spazio-tempo che <<dovrebbe>> [[dico DOVREBBE... perche' mica lo so?]] oscillare
per trasferire in diversi punti dell'universo la deformazione (qualora avvenga) di spazio-tempo.
Il fatto e' che o la si risolve per approssimazioni successive (con una sorta di sviluppo, dalla linearizzazione in poi)
oppure bisogna "indovinare" il campo esatto e piazzarlo nell'equazione di Einstein.
Quando hai trovato la soluzione stai a cavallo...
MA La cosa sulla gravita' rimane ostica perche' in fondo vi e' una drastica dissonanza!
Le teorie normalmente BIS-Quantizzate e relativisticizzate-come-FT sono tra loro tutte cugine:
Sorgente----CAMPO----Destinazione!
Dove qui sorgente e destinazione sono i "produttori/fruitori" del campo, e il campo alla fine e' una espressione
energetica che si manifesta come "ACCELERAZIONE, FORZA" subita dai suddetti, (ed il campo viene sostanzialmente
quantizzato.....)
Essi operano nello spazio-tempo, e stop!
E' pertanto, UNA ESTENSIONE BANALE della meccanica newtoniana alla relativita' speciale!
Non puo' mai funzionare con la gravita' poiche' per essa il CAMPO e' lo stesso spazio-tempo nel quale il CAMPO medesimo
dovrebbe agire! E' una contraddictio in terminis! Una tremenda sconfitta per chi tenta la quantizzazione in maniera "bovina".
Bisogna rifare tutto da capo, (secondo me).... dalle fondamenta!
Quindi se la Teoria Quantistica del campo viene reinterpretata e le si da' un significato logico che realizzi il concetto
fondamentale del QUANTO (poiche' e' li' che il dente duole) allora si puo' pensare ad una trasposizione similare per la gravita'.
Il senso logico comune ci da' una nozione di velocita'.... che per quanto possa essere profonda trova proprio in questa
domanda il <<suo orizzonte>>: cosa significa VELOCITA' della luce?
La velocita' e' di "un corpo, quando si sposta (o di un sistema quando si modifica)". E' lampante associare
la velocita' allo spostamento di un corpo, materia che modifica la distanza in un suo riferimento. Tale variazione occorre
durante un tempo. La velocita' lega queste 2 variazioni.
Ma la luce si sposta?
Un sasso prima d'essere lanciato e' nella mano. Quindi esso ha "memoria" (lasciami passare il termine) dello
stato in cui era precedentemente al lancio, e "avendone memoria" esso conserva in se' quello stato di moto; in piu'
tu poi aggiungi con la tua spinta una ulteriore accelerazione che si manifesta nel lancio stesso. Cioe' il sasso esiste prima
del lancio. Cosi' se tu sei su un treno e te lo lasci cadere dalla mano ti andra' dritto sul piede... ma non finira' dietro
di te.... perche' esso <<conserva>> in se' il moto precedente all'avvenimento di lasciarlo cadere... <<ha
memoria di cio' che faceva prima>>. Ma per quale morivo la luce si comporta diversamente? perché cambia solo la lunghezza
d'onda e non la velocità?
La luce, un fotone, in genere non viaggia sul treno ma va sempre da un posto all'altro con i suoi proprii mezzi; orbene
se si pensa ad un fenomeno standard di emissione del fotone si puo' operare il parallelo con l'esempio precedente del sasso:
----> Il sasso parte dalla tua mano e arriva sul tuo piede!
----> Il fotone "parte" (qui dico parte tra virgolette perche' non e' proprio felice l'associazione della
parola parte con la parola fotone, ma lasciami passare anche questa) da un atomo che fa un <<"salto energetico">>
per arrivare a destinazione su un altro atomo che fa <<"un altro salto energetico">>!
E se non scartassi le soluzioni avanzate per le equazioni di maxwell? Cioe' se la luce parte dalla sorgente per arrivare
alla destinazione e contemporaneamente parte dalla destinazione per arrivare alla sorgente?
Perche' la radiazione rallenta quando interagisce con la materia?
Le soluzioni avanzate delle equazioni di Maxwell le si scarta perche' potrebbero portare a pensare che vi sia stata, da
qualche parte nell'universo, una interazione (una emissione di queste onde avanzate) prima del fenomeno locale in cui IO ho
deciso l'emissione, cosa alquanto fastidiosa.
Ma queste soluzioni sono onde che propagano indietro nel tempo?
Se la sorgente dell'onda e' quella che considero essere qui sotto indagine, le altre cariche le penso destinazioni dell'onda.
L'onda esistera' dappertutto oppure soltanto in funzione delle cariche destinazione?
Io penso che debba esistere soltanto tra le cariche, sorgenti e destinazioni.
Cioe' questo a dire che l'onda gia' sa dove deve andare!
Conosce gia' al momento dell'emissione dove sono tutte le cariche destinazione.
Questo e' un discorso che prevede la vita dell'onda (del segnale) solo tra una emissione ed un assorbimento...non indago
oltre ma non credo che l'assorbimento dell'onda ne costituisca la morte!
PERCHE'?
questa e' una considerazione .... non e' rigorosa... ma ha un suo perche': Un fotone e' il prodotto di una (chiamiamola
cosi') serie di operazioni matematiche che dalle equazioni della radiazione di Maxwell, attraverso la prima e la seconda quantizzazione,
ti mostrano la "diagonalizzabilita'" della stessa hamiltoniana e ti conducono ad uno spettro discreto dell'operatore
numero. Quindi la radiazione di Maxwell e' diventata una sorta di <oscillatore armonico quantistico> con autofunzioni
e autovalori: i fotoni. Sapendo che il fotone e' quindi una soluzione per il problema descritto dalle equazioni di campo,
possiamo applicare ad esso l'estensione classica del principio di Maupertius o di minima azione: la soluzione degli integrali
sui cammini, che ti conducono a descrivere il fotone come la somma su tutti i possibili cammini ponderata con il fattore exp
INTegrale S [dell'Azione classica].
Cio' ti fa vedere come risulterebbe impossibile "minimizzare classicamente il cammino" come anche quantisticamente
"sommare sui cammini" se non sappiamo di quali cammini stiamo parlando. Avendo solo un punto di partenza non funziona
nessuna teoria per la luce, ne' classica ne' tantomeno quantistica.
Comunque c'e' qualcosa che non mi quadra!
L'elettromagnetismo e' comletamente invertibile nella sostituzione della freccia temporale (o per dirla in altro modo
nella inversione tra Cariche/Sorgenti e Cariche/destinazioni). Se e' veramente cosi', come mai posso calcolare cosa succede
ad una carica in un campo...(quindi destinazione di campo) ma non posso capire cosa succede ad una carica sorgente di campo?
Una carica che emette il campo... risente di tale campo emesso?
Sembra che il campo elettromagnetico abbia un modo per trasferire energia attraverso la carica ad altri campi....?
Se accelero una carica questa emette.
Io per accelerarla le devo imprimere una forza, e tale forza viene trasferita al campo come onda e-m, e tale carica non
risente del campo? Ma l'energia che e' nel campo?
La reciprocita' che in teoria delle antenne e' conosciuta come un teorema di reciprocita' vale nel caso generico in cui
si considera il campo elettromagnetico solo interagente con cariche di qualsiasi sorta?
Sostanzialmente questo mi serve per veder cosa succede ad una carica quando si inverte il segno del tempo.
Stando alle equazioni di Maxwell la cosa e' fattibile: lo scattering potrei dire che ha simmetria per inversione temporale,
cioe' l'interazione tra il campo elettromagnetico e le cariche non ha una direzione preferita nel tempo.
Quello che succede tra il campo elettromagnetico ed una carica quando ad esempio si studia il moto della carica nel campo
e' invertibile, si puo' studiare quello che succede al campo quando e' soggetto ad una carica.
Quando una carica si muove in un campo essa ne sente l'influenza.... e' quindi il trasferimento di energia dal campo alla
materia che costituisce la carica ad accelerare quest'ultima. Il campo perde energia a vantaggio della carica che quindi muta
la sua prospettiva dinamica.
Ma una carica, se faccio si' che essa muti una certa prospettiva dinamica, non fara' altro che trasmettere questa variazione
al campo: essa cede energia al campo. Quindi il campo stesso agisce sulla carica frenandola... se io accelero una carica sento
la sua inerzia-elettromagnetica quindi!
Il campo agisce sulla carica cosi' come la carica agisce sul campo.
Sembra molto logica, ma purtroppo tale ragionamento nasconde una contraddizione.
Se davvero la situazione e' invertibile allora dovrebbe succedere questo:
Prendiamo ad esempio il caso di una carica che si muove in un campo elettromagnetico, un campo quindi che trasferisce
energia alla carica.
Questo campo possiede una certa energia, noi la sappiamo calcolare, sappiamo che mediamente in una certa regione di spazio
e' contenuta una certa energia elettromagnetica (associata al campo voglio dire), e magari nel caso dinamico questa energia
fluisce pure da un punto all'altro, caso delle onde elettromagnetiche. Ora, quando io voglio studiare cosa fa una carica quando
si trova ad interagire col campo mi torna utile descrivere il campo attraverso le grandezze (A e V, oppure E e B) e la carica
attraverso la m, la Q e la posizione e la velocita'....???? (classicamente suppongo, ma se lo facessi nel modo della relativita'
speciale sarebbe simile).
La carica investita da questa onda e-m eccelera, acquista energia dall'onda stessa. Quindi in sostanza la carica sorgente
trasferisce energia alla carica destinazione. Vale parimenti il discorso anche se si sostituisce l'onda e-m con il fotone.
Ma veniamo a noi. Se l'onda quindi ubbidisce al principio, chiamiamolo teorema o evidenza, della reciprocita' significa
quindi che potrei costruire un motore perpetuo!!!!
Ma comunque a me interessa sapere cosa succede alla carica sorgente del campo fotonico.
C'e' dunque un'onda che trasposta energia nello spazio propagandosi, essa genera l'onda e nella generazione dell'onda
perde energia a favore di essa.
Sappiamo che l'onda si sposta con una velocita' finita: c, che si considera quella insuperabile della luce.
Consideriamo allora il fenomeno, in cui una carica venga accelerata. Essa trasferisce la sua energia al campo elettromagnetico....si,
succede questo.
Io di mia spontanea volonta' prendo questa carica e la sbatacchio, un po' su e un po' giu'...la accelero, questa trasferisce
energia al campo sotto forma di onde, e tale energia fluisce nello spazio per arrivare alla carica destinazione.
C'e' reciprocita' nelle equazioni dell'elettrodinamica?
In Riferimento al ruolo delle cariche come sorgenti o destinazioni del campo?
Stando al carattere non direzionale del tempo potrebbe essere.
Dunque, L'onda elettromagnetica non si sposta sfruttando un mezzo (come il suono nell'aria) di modo che non e' possibile
spostarsi relativamente a questo mezzo.
Essa e' lo stesso mezzo?
Se esistesse un (una?) etere allora c non sarebbe indipendente dal mio stato di moto.
L'onda elettromagnetica pero' esiste, e se esiste deve assumere un riferimento sul quale caratterizzarsi....Il riferimento
per il suono ad esempio e' l'aria che trasporta l'energia dell'onda di pressione.
Per la luce esiste la carica:
la carica, che puo' dunque considerarsi parimenti sia sorgente che destinazione.
Ma l'onda potrebbe esistere ad esempio se esistesse solo la sua sorgente?
No.
Ha bisogno della destinazione cosi' come ha bisogno della sorgente.
E' l'idea della carica sola nell'universo svuotato: pongo la prima carica, da sola... in un'universo vuoto (che poi non
esiste...ma a me serve come esperimento mentale) e questa immediatamente la sposto in accelerazione... cosi' di una piccola
quantita'.....in modo da farle emettere l'onda e-m; cosa che comunque fa anche nel momento stesso in cui la pongo in quel
punto... poiche' si genera un'onda anche li' che serve a portare il campo da 0 al valore che possiede conosciuto e classico....
Metto poi una seconda carica. Questa si trova gia' nel campo della prima e si muove di conseguenza. Ma il suo movimento
puo' essere solo relativamente alla prima, cioe' si puo' muovere solo considerando alla pari il movimento dell'altra carica;
ma l'altra carica perche' dovrebbe muoversi se il campo della seconda ancora non e' arrivato ad investirla?
Praticamente il campo puo' esistere solo se esistono tutte le cariche che ne compongono i <<bordi>>.
In questo la luce e' staccata dallo spazio e dal tempo, per la luce che la carica sia sorgente o destinazione non fa differenza.
Ma se davvero e' cosi' deve esistere accanto all'onda ritardata anche l'onda "avanzata". Questa dovrebbe pero' potersi
identificare come la speculare dell'onda ritardata solo se il fenomeno
<--- SORGENTE --- CAMPO --- DESTINAZIONE --->
3 cose.
La luce.
I corpi.
I numeri reali.
A questo aggiungerei l'amalgama: Strutture e Transizioni di 2nda
specie.
Allora.
Che succederebbe se tutti i meccanismi del mondo (cioe' tutto quello che percepiamo come cio' che esiste e ci circonda)
andassero molto piu' repentinamente?
Per bere un caffe'.... quanto ci vuoi? .... sempre 100 oscillazioni del pendolo per bere un caffe'!
Ora se il tutto avviene + o - velocemente a noi non e' concesso conoscerlo: noi possiamo solo operare dei confronti (pseudo-temporali
no?) tra intervalli diversi. Pseudo temporali perche' il confronto non e' fatto sull'evento in se' ma sulla immagine dell'evento
che noi possiamo rilevare attraverso le
sue varie immagini: attraverso la luce (quello che in genere avviene, oppure attraverso altri informatori). Orbene, se
noi siamo immersi in
un universo lento o veloce non ci e' concesso saperlo...poiche' lo strumento di misura e' affetto dalla stessa riscalatura
cronometrica. La <velocita'> di scala, dell'intero universo e' ignota e inconoscibile. Ma dunque, se l'universo in
se stesso non presenta questo valore come misurabile, allora perche' non porlo uguale a zero? Gli eventi nell'universo accadono
tutti in una sequenza di durata nulla! Tutti gli eventi dell'universo quindi accadono solo per noi che siamo all'interno dell'universo.
Praticamente allora noi viviamo in qualsiasi istante del tempo, ma siccome siamo parte del sistema abbiamo l'impressione del
passato e del futuro. Bisognerebbe dire che l'istante del bigbang o del disaccoppiamento non sono nel passato ma nel presente.
Anche gli avvenimenti che si pensa debbano accadere in un domani non sono nel futuro ma nel presente. Il punto e' che il
presente e' quello totale dell'intero universo, mentre effettivamente il tempo del bigbang e' nel <nostro passato>.
Che succederebbe se tutti i meccanismi del mondo andassero molto piu' repentinamente?
Nulla... semplicemente. Non cambierebbe nulla ai nostri occhi dato che essi legano al nostro cervello il mondo attraverso
una sequenza di fenomeni... che percepirebbero esattamente coi sensi tutto come lo facevano prima. Non vivremmo neppure diversamente,
ne' meno ne' piu'... perche' la
vita sarebbe comunque fatta di tutte quelle esperienze che faremmo comunque. Un corpo decadrebbe spontaneamente nello
stesso modo in cui succedono
una sequenza prestabilita di fenomeni....ed impiegherebbe sempre "lo stesso tempo". Il "cronometro"
dell'universo potrebbe essere percepito come
accelerato o decelerato solo da una possibile percezione <esterna> all'universo. Questo perche' e' la luce che ci
informa su tutto cio' che accade.
Il tempo e' espressione della luce, e se esso puo' scorrere piu' o meno rapidamente (in toto, cioe' contemplando ogni
possibile fenomeno) senza che nulla ne risulti alterato, implica che il tempo possa anche essere eliminato... messo a zero?
E FIN ORA NULLA DI NUOVO, E' Relativita' Generale....
Vado avanti.
I corpi.
E' palese oramai l'indissolubilita' tra materia ed energia cosi' come tra onde e corpi... ma perche' e' evidente? Perche'
i microcorpi non posseggono quel confine spaziale ben definito al quale siamo abituati con i macrocorpi. Il fatto che un elettrone
non passi da quella o da questa fenditura indica che esso non "passa" ma esiste in entrambe. Il fatto che un fotone
non passi da quella o da questa fenditura indica che esso non "passa" ma esiste in entrambe.
Il fotone e l'elettrone sono la stessa cosa... fatti della stessa "sostanza"... che chiamiamo energia.... Ma
allora l'energia... e' una proprieta' dei corpi? Oppure e' una proprieta' dello spaziotempo? L'energia definisce lo spaziotempo....
come puo' essere in esso contenuta?
I corpi non occupano una regione... non hanno confini (ne' spaziali....ne' temporali). non sono confinati spazialmente
: posso trovare l'elettrone di prima,
dappertutto. non sono confinati temporalmente: posso sempre trovare un elettrone che prima non c'era... assieme al suo
positrone. Che l'elettrone
(assieme all'anti compagno) esista da sempre .... anche quando non lo vedo? Anche quando vedo solo un forte fotone gamma?
Dunque l'energia e' alla base.
Non ha bisogno dello spaziotempo poiche' e' essa che lo genera .... non ha bisogno nemmeno dei corpi poiche questi sono
la stessa energia.
E QUESTA E' LA TEORIA QUANTISTICA DEI CAMPI....
Vado avanti.
I numeri reali.
Qual e' il significato della cardinalita' infXinf (2^N) dei reali quando confrontata coi naturali? Per ogni numero reale
esiste sempre la possibilita' di contare infiniti passi (quindi di contare su una infinita' di numeri) senza mai spostarsi
da esso: prendiamo PI; oppure 1,456.
Non e' possibile prendere il suo contiguo... ma cio' non significa che non c'e' , altrimenti non sarebbe compatta la retta
dei reali.
Dato PI, quello che posso fare e' prendere il numero piu' vicino ad esso ed infinitamente (numericamente) lontano da esso.
Seguimi, inizia il punto divertente. C'e' un altro thread in cui si parlava di 0,9periodico e 1.... e del fatto che siano
uguali o meno.... nn mi interessa se la matematica li battezza uguali o no.... mi interessa un'altra cosa. Non vorrei porre
una questione matematica, ma... filosofica.... fisica: insomma 0,(9) e' tanto 1 quanto NO. Il matematico assoda l'uguaglianza
dei 2 numeri : 0,(9) periodico e 1.... egli in buona sostanza si limita a scrivere che:
1 * (1 / 3) * 3 = 1, trascurando elegantemente il <prodotto> tra 1/3 e 3.
Io scrivo 1 come 1,(0)..... 0,(9) e 1,(0)... Al primo se aggiungo un qualsiasi 0,00..........1 [1X10^-k] con k grandissimo
supero 1... dopotutto per far si che un 0,9999 diventi 1,0000 devo aggiungere 0.0001, cosi' scatta! Ripeto il discorso: per
qualsiasi 0,999....999 [con tante cifre] devo aggiungere
0,000....001.
Ogni volta potrei dire di aggiungere i nove decimi dell'ultima unita' decimale ( 1 su tante 10^-k), e cosi' andare avanti
ad libitum. Per far scattare ad 1 il 0,9999999...... che sto considerando o devo aggiungere : lo 0,00000001 oppure un 0,0000000
09 ed andare al successivo passo, pensando di aggiungere
o il 10^-j immediatamente successivo oppure il 9x10-(j+1) e cosi' via. Quindi 1,(0) e' sempre una somma: Il 0,(9) troncato
alla n-ma cifra + 10^-n, per qualsiasi n. Qualsiasi 0,(9) troncato non e' 1.
Pittoricamente e' cosi':
0,9 + 0,1 = 1 [A];
poi moltiplico la [A] per 10^-1
0,09 + 0,01 = 0,1 [B];
ripeto e moltiplico la [B] per 10^-k per tutti i k;
0,009 + 0,001 = 0,01 [C];
0,0009 + 0,0001 = 0,001 [D];
0,00009 + 0,00001 = 0,0001 [E];
0,000009 + 0,000001 = 0,00001 [F];
In ognuna di queste uguaglianze (che sono UGUAGLIANZE) sostituisco il
2ndo addendo al primo membro con il primo membro dell'uguaglianza
successiva.... e questo per ogni k:
0,9 +
((((((((0,000000009+(0,0000000009+(0,00000000009+(0,000000000009+........)))))))))))
= 1;
QUESTA VALE!
Ma c'e' un ma.
Un qualsiasi 0,(9) troncato alla k-ma cifra decimale lo chiamo 0,[9,k], e questo non e' 1. D'altronde i numeri che separano
0,[9,k] ed 1,(0) sono infiniti.
Allora non arrivero' mai a poter dire che 0,[9,k] scatti ad 1,(0) poiche' ogni volta saro' al punto di partenza. Ma d'altronde
0,[9,k] sara' sempre maggiore del k-1mo 0,[9,k-1] per tutti i k. Ne' tuttavia sara' 0,[9,k] + il 0,[0,n][9,k] maggiore di
1.
NON E' 0,(9) > 1;
E' 0,(9) > di tutti i numeri che a loro volta sono < 1.
Il fatto che 0,(9) non e' maggiore di 1 ed al contempo e' superiore a <<tutti i numeri>> inferiori ad 1 mi
puo' far concludere che 1,(0) e 0,
(9) sono lo stesso numero? Allora non fa differenza. Non vi e' nessun numero compreso tra 1,(0) e 0,(9), eppure l'uno
e' 0,(9) + 10^-k - 10^-(k+1) per un k sempre maggiore (((al limite di k--> ad infinito)))e l'altro e' semplicemente 0,(9).
Quindi la differenza tra i 2 esiste...... ma sempre piu'
piccola; ma esiste, ed esiste <diversa da zero per ogni k>!!!! 1,(0) e 0,(9) sono diversi per qualsiasi k! SONO
QUINDI 2 verita' : 0,(9) e' uguale ad 1,(0) ed al contempo diverso da 1,(0)! E se riscalassi ogni volta l'unita'? Ponessi
ad ogni passo l'unita' 10 volte minore?
Mi spiego.
Al posto di mettere il 9 sotto, ai decimali...con l'espressione Somma(j=1;k) 9 * 10^-j === Tende ad 1 per k tendente
ad Infinito;
metto il 9 davanti.
9 + 1 = 10;
99 + 1 = 100;
999 + 1 = 1000;
999.....9 + 1 = 1000.....0;
Praticamente in entrambi i casi aggiungo sempre la stessa quantita' in relazione al primo addendo del primo membro....
o aggiungo 1 ad 999 per ottenere 1.000 che significa aggiungere lo 0,1001001...% de 999 oppure aggiungo 0,001 a 0,999 per
ottenere 1,000 che significa aggiungere lo 0,1001001...% de 0,999.....
Insomma, come vedi, in grandezze relative e non assolute i casi sono uguali..... Nel primo 0,99999 tendo ad 1. Nel secondo
999999 tendo?
Non tendo a nulla! semplicemente si usa dire che divergo... Somma(j=1;k) 9 * 10^j === DIVERGO.
Ma qual e' la differenza tra (ad esempio)
99999999
0,99999999
0,0000099999999
99999,999
99,999999 ??????
Solo la posizione della virgola, cioe' solo l'arbitrarieta' con cui scelgo la posizione della Linea di demarcazione dello
0 e dell'UNO.
Stop.
Escluso cio' e' tutto identico: aggiungere i 9, aggiungerli alla destra (nel caso dei decimi) ed aggiungerli alla sinistra
(nel caso dei decami)....
ma e' completamente equivalente... aggiungere a destra o a sinistra... l'importante e' aggiungere. MA COME MAI NELL'UN
CASO SI ARRIVA AD 1, SALENDO SI RAGGIUNGE IL SOFFITTO E NELL'ALTRO CASO NO? NON SI ARRIVA AL SOFFITTO? Ecco, questa e' la
differenza tra <<l'essere dentro e l'essere fuori>>.... nel caso in cui si raggiunge il soffitto ALLORA SIAMO
FUORI, nel caso non si raggiunge il soffitto ALLORA SIAMO DENTRO... a questo spazio... che adesso vengo a dirti. I corpi sono
come i numeri reali.... infinitamente estesi ed allo stesso tempo puntiformi. Un universo frattale???? Teoria che ho gia'
sentito......mah
La luce riesce a percorrere le distanze numericamente infinite tra i diversi numeri, tra i diversi corpi. Come?
Per il fatto che non "percorre affatto" tali distanze... ma essa e' i numeri stessi, e' la retta stessa.
ANDIAMO AVANTI.
Le strutture.
Vorrei accostarmi qui alla teroia del caos.
Penso che ogni ente sia una struttura composita, ricavata dall'interazione tra sub-strutture. Non vedo adesso la possibilita'
di un costituente basilare, come ad esempio potrebbe essere un quark oppure una stringa.... e' un processo senza fine quello
di andare a ricercare i costituenti d'un qualche
ente fisico. Penso che d'altronde le strutture possiedano un proprio comportamento peculiare che molte volte e' lontano
dall'essere intuito attraverso lo
studio del comportamento dei singoli costituenti. Chi sarebbe in grado di predirre le proprieta' dell'acqua, basandosi
sul fatto che e' una struttura composta da hydrogeno e ossigeno, senza averne mai avuto un campione? E potrei continuare cosi'
nell'elenco di quelle "cose" che assumono un comportamento avulso da quello esposto dai singoli costituenti, ad
ex.: le celle convettive d'un fluido -- rispetto al fluido stesso; I tubi di flusso d'un fluido magneticamente attivo -- vento
solare ad ex.; Una proteina -- capacita' dei virus di "moltiplicarsi"......; Sappiamo che lo studio dei sistemi
va molto al di la' delle nostre capacita' di indagine, soprattutto se tali sistemi sono complessi. Un sistema complesso piu'
che seguire l'andamento predicibile della
meccanica e' meglio ispezionabile attraverso le moderne tecniche non lineari, caos, et cetera.
Gia' questo fenomeno era stato visto nei moti turbolenti dei fluidi, ma e' bene intenderci che :
non solo e' altamente improduttivo lo studio della dinamica del fluido quando questo si trova nel regime "di turbolenza",
ma che soprattutto il sistema e' talmente instabile che qualsiasi modello di approccio deterministico soffre la mancanza di
precisione delle stime. A questo punto ecco la mia riflessione Se dovessi supporre un microcorpo (un sistema di microcorpi
interagenti come cluster) come una struttura complessa, dovrei poterla studiare attraverso tecniche di meccaniva statistica,
o al limite teoria del caos, sistemi complessi e non lineari. E la strada forse e' nella teoria del "caos", perche'
"i corpi" in genere sono delle configurazioni strutturali che si stabiliscono su flussi energetici molto instabili.
I fermioni sono queste strutture particolari, i bosoni invece riflettono proprio il loro non-essere corpi "distinti"
ma locali coerenze che si manifestano qui o li' a seconda delle caratteristiche, dei parametri ambientali. Piu' o meno:
celle convettive nell'acqua che riscaldi. Una cella e' fatta d'acqua... ma non e' H2O, e' una cella---> una struttura.
Essa vive soltanto nel tempo in cui la fiamma e' accesa sotto la pentola, e l'acqua non evapora del tutto. Insomma se vi e'
equilibrio termico tra l'acqua della pentola e l'ambiente e tra le diverse parti della stessa acqua non succede nulla. Nel
momento in cui invece si e' lontani dall'equilibrio nascono fenomeni che in genere reputiamo difficili da gestire e li releghiamo
in una parte della fisica col nome di non lineari, turbolenti.... SCOMODI.
La cella e' un'entita' a se' stante.... acquista una propria identita' particolare. E' vero che una volta accesa la fiamma
sotto la pentola si crea una
disomogeneita'... il motore vivo, e dunque inizia a crearsi questa instabilita' interna e strutturale del liquido. L'acqua
rimane sempre tale, ma si creano delle strutture al suo interno che godono tranquillamente di una loro identita' precisa,
hanno comportamenti precisi, rispettano leggi precise: in tutto e per tutto possono essere considerate come <corpi>,
<entita'>. La struttura, in questo caso "cella convettiva" e' nata.... nell'acqua. E' fatta d'acqua ma non
e' acqua. Per immaginare la nascita della struttura io mi rifaccio alle transizioni di seconda specie: un salto qualitativo
del sistema. Un sistema complesso mostra 2 comportamenti distinti quando attraversa un particolare punto di transizione, ed
il comportamento e' sempre relativo ad una particolare forma di misura. Puo' essere il calore specifico, la magnetizz. ...ognuno
di questi e' misurato in un certo modo. Dunque la struttura "cella convettiva" e' un "corpo" fermionico...
poiche' non puo' essere contemporamente in un posto dove vi sia un'altra cella.... ogni cella e' in una posizione, ed in quella
posizione (sia spaziale che energetica) puo' esserci solo lei. Il bosone mediatore tra tali fermioni rende conto invece di
una interazione che si manifesta tra le strutture.... ad esempio il loro seguire un flusso verso l'acqua fredda...... spingendo
le celle superiori. Il bosone mediatore e' l'acqua stessa, o meglio e' la differente temperatura tra le zone limitrofe di
acqua... e non ha molto a che vedere con le celle convettive stesse. Il bosone puo' collassare
perche' non e' in una posizione precisa... e' solo un indice di oscillazione di temperatura (...di pressione) che non
risente della presenza di altri bosoni.... intesi come oscillazioni in temperatura: ogni bosone lo puoi interpretare come
una trasformata di fourier sulla variazione di temperatura in tutta la pentola. E questi nel momento in cui la fiamma si spegne,
e l'acqua si raffredda... vanno a condensare... di pari passo vanno sparendo i fermioni....
Cosa si intende ora per "coerenza" delle oscillazioni adesso trova una risposta piu' comoda. Io non so di cosa
e' "fatto" l'elettrone, ma chiamo la sostanza di cui "e' fatto" la ELETTRONITE. USO in toto la teoria
QFT e la RG, non intendo affatto tralasciare le idee eleganti che le guidano. L'elettrone diventa un corpo, ma e' anche positrone+fotone...
tralasciando le direzioni temporali: cioe' esso puo' <risuonare> in una particolare forma, ma questo non ci autorizza
a dire che esso e' esclusivamente il "corpo elettrone"; piuttosto esso puo' mostrarsi come elettrone oppure come
tante altre entita'.... Il gioco si fonda sulla "costituzione di tali entita'" che sono strutture. L'esempio delle
celle convettive e' semplicissimo ma non riesce a dare tutto il sapore al discorso. Ho trovato che esiste un piano di ricerca
in questa direzione:
http://www.ricercaitaliana.it/prin/dettaglio_completo_prin-2005027808...
Un microcorpo puo' essere inteso come una piccola particella, ma solo in relazione a noi. Supponendo che non esista un
"dimension ground" su cui basare le dimensioni, qualsiasi corpo sara' grandissimo o piccolissimo a seconda della
prospettiva. Ad esempio, la pentola d'acqua e' grande o piccola? La viaLattea, e' un aggregato di sistemi stellari? E' un
aggregato di molecole? E' una semplice galassia? Dove inizia e dove finisce la viaLattea? Alla stessa stregua puoi sempre
trattare qualsiasi corpo. Se accosti dunque la teoria del campo quantistico relativistico a quella della meccanicastatistica
dei sistemi disordinati e caotici, allora la "nascita" di una particella, cosi' monoliticamente attribuita ad una
vera creazione, te la puoi ricostruire a partire dalla nascita della "coerenza" per la struttura. Ecco che sparisce
anche il problema dell'entaglement... poiche' e' soltanto una modo per dire che le
strutture non sono dei veri e proprii <CORPI> separati completamente dal loro ambiente.
Essi sono parte integrante dell'ambiente e quindi sono "compenetrati-agli-altri-crpi-strutture" per loro intrinseca
natura.
Per tentare la strada sperimentale mi piacerebbe capire quanto
<<e' effetivamente un elettrone uguale ad un altro elettrone, per quanto riguarda le proprieta' intrinseche>>;
ma un elettrone o un microcorpo in genere; <<ovviamente anche una indagine drastica volta a spaccarlo>>;
<<correlazione tra lo spazio interno del microcorpo elettrone, riferito alle dimensioni interne, e proprieta' statistiche-dinamiche-disordinate
su una ipotetica elettronite>>;
Scritte tutte queste parole , lego.
L'energia <e'> l'unica grandezza che esiste, essa simula sia lo spaziotempo (quindi le forze e le interazioni) sia
i corpi. L'estensione di un corpo e' solo quando <<esso lo si vede dall'esterno>> quindi da 1,(0) e 0,(9).....
e il punto di base e' la dimensione... attraverso cui non ci si puo' spingere, 2 realta' disgiunte.
L'estensione pero' e' anche costruita dall'interno su quelle oscillazioni di energia (elettronite.... o chissa' che).
Ma e' la luce che ci dice come si passa dall'una all'altra regione [interna ed esterna]: essa e' strettamente legata all'energia...
La massa di un corpo indica quanto la luce "devia" o rallenta nell'attraversare la sua regione di coerenza ed e'
legata alla struttura, Il punto adesso sarebbe capire perche' mai noi siamo ostinati a voler
concepire l'energia come una caratteristica dei corpi, se poi i corpi non esistono in una regione precisa...
Supponiamo che 2 particelle vengano create proprio in prossimita' dell'orizzonte degli eventi di un buco nero, e siano
entagled in un certo qual senso. Una delle 2 e' diretta verso il BucoNero, l'altra no. Esse rimangono entagled, nel senso
che una misura fatta sull'una influenza la misura (di stesso tipo) fatta sull'altra. Ma fino a quando?
Noi sappiamo che per un'osservatore esterno la particella penetrante resta congelata per l'eternità
incollata sull'orizzonte, ma per la particella penetrante stessa non è così: essa entra nel BucoNero.
Quindi a mio avviso la faccenda si fa troppo delicata per essere affrontata con i mezzi che abbiamo oggi a disposizione.
In buona sostanza se i 2 oggetti (i 2 fotoni) rimangono "entagled" cioe' se si verifica un contestuale "riallineamento"
dopo <<la singola misura sull'uno soltanto della coppia>> allora significa che si e' avuto un passaggio di informazione
dal
..."futuro al passato"..., molto semplicemente.
Possiamo noi figurarci una possibile spiegazione?
Ecco, e' questo il punto. Siamo abituati a dare validita' del <Reale> a quelle cose che sono sempre successe, e
che quindi ci aspettiamo succedano ancora. Ma quando siamo di fronte ad un fenomeno mai osservato cadiamo nel dubbio.
Chiediamoci che cosa ci spinge a dire che gli eventi esistono e che si ordinano in base al principio di causalita'!
E questo e' un aspetto della faccenda.
Un altro aspetto riguarda invece il BucoNero. Un BucoNero cos'e'?
Chiamarlo Buco e' molto fuorviante, infatti tutto potrebbe essere fuorche' un buco....
E' invece una regione dell'universo, che soddisfa le seguenti proprieta':
--) E' interamente <<contenuta>> "in una regione misurabile e di estensione finita";
--) Ha essa stessa una misura infinita;
E qui la <<misura>> si intende effettuata esclusivamente sulla base di un accostamento fisico tra regoli e
luce!
La regione che identifica il BucoNero ovviamente la intendo su quel bordo chiamato "orizzonte degli eventi"
(che e' un aperto).
Ora se un BucoNero offre un orizzonte e' esso stesso un universo.
Il "vedere" l'oggetto che non entra mai nell'altro universo e' proprio indicatore del fatto che una <<misura
luminosa (cioe' effettuata con la luce)>> di quelle dimensioni e' impossibile.
Ma dopotutto e' anche vero che l'orizzonte non nasconde alcuna singolarita' catastrofica a livello fisico... e' semplicente
spaziotempo [molto esteso] che seguendo un riferimento comovente con la particella puo' essere tranquillamente attraversato.
Se quindi dall'universo esterno (lasciami cosi' definire lo spazio extraBH) la particella gemella vede il passato della particella
entrata nell'universo interno, allora anche la particella che entra nel BH non vedra' piu' uno scenario correlato causalmente,
ma vedra' il futuro della particella rimasta all'esterno. Semplice deduzione, ma inspiegabile!
Allora c'e' qualche cosa che non va, quale? :))
Per ora non mi voglio sbilanciare altrimenti soffrirei le critiche adirate di troppi accademici, ma quando avro' tirato
qualche risultato convincente (e soprattutto per me) saro' lieto di esprimermi a riguardo.
Dio e' in ogni dove, e' in ogni cosa... tutti noi siamo Dio, ne siamo parte ed Egli e' in noi.
Capisci dove sta la sottile differenza?
Potresti tu vivere senza il tuo cuore? Tu non sei il tuo cuore...
Ed il tuo cuore potrebbe vivere senza il suo pericardio, epicardio, miocardio, endocardio....?
Ed ancora, il tuo epicardio, come tessuto, e' in grado di continuare ad esistere senza i suoi fibroblasti?
E cosi' via, le cellule fibroblasti senza membrana, nucleo, mitocondrio.... fino alle molecole, agli atomi. Ma allora
tu chi sei?
Anzi, diciamola diversamente... la 37.986.785-ma proteina del mitocondrio situato nella 14.856-ma cellula dell'epicardio
del tuo cuore.... vive?
E' chiaro che vive, ma perche' possa vivere ha bisogno che tutto cio' che le sta intorno e la sostiene viva, e contestualmente
lei vivendo fa vivere tutto cio' che le sta intorno.
Non c'e' l'uno senza l'altro.
Non ci saresti tu senza il tuo cuore, ne' il tuo cuore senza di te... ma tu non ci saresti senza la societa' civile che
ti sostiene, non ci saresti senza il biosistema ecologico che ti permette la vita, e tu fai vivere con la tua esistenza il
sistema. E poi il pianeta Terra (Gaia) che vive... oceani, mari, venti, alberi, animali.... Vive per mano del Sole, nella
Via Lattea... il nostro sistema solare vive nella nostra galassia e tutto cio' che e' all'interno della via Lattea puo' farlo
solo perche' la galassia stessa offre la possibilita' di farlo... offre a tutti i suoi componenti le condizioni per vivere,
ed ogni componente da' alla Via Lattea la forza per vivere.................
Ecco, Dio e' il fine ultimo! E' la parte ed il tutto.
Pensare che tu sia un corpo avulso dal suo contesto e' sbagliato, cosi' come lo e' pensare a quella cellula staccata da
tutto il suo contesto.
Pensa all'albero.
La sua foglia.
La foglia e' l'albero? No, ne' l'albero e' la sua foglia... ma la foglia che si stacca dall'albero e' una foglia? Essa
cade e si lacera, si consuma, e diviene... si trasforma. Diciamo vita e morte, ed ecco che compare Dio.
Dio e' oltre la vita e la morte, e' la foglia prima e dopo...ed ancor prima dell'albero e dopo la formica che ha portato
via quel piccolo pezzettino di foglia ingiallita.... ed e' anche la formica!
se preghi non stai pregando <<qualcuno che vive in cielo, o magari un Giove olimpico>>, no..... stai mescolando
la tua esistenza, il tuo io, col mondo, che e' Dio. Pregare significa partecipare alla vita. Questa e' la visione del Dio
di Gesu'.
E poi la visione induista e' simile, come anche la visione buddhista... ma anche la visione pagana degli Dei, quella antica
della Grecia. Infatti proprio li' si e' manifestato il disaccoppiamento tra le diverse discipline che erano a fondamento della
religione tutta. Anticamente, molto prima dell'epoca cretese e minoica, era il culto di Etere e Gaia, ed Urano e Crono....
era una religione mistica, poi con Zeus inizio' la separazione tra fisica (physiké: della natura delle cose) e filosofia (fileinSofia:
dell'amore del pensare) da un lato e adorazione del Dio (latreia) e venerazione degli dei (doulia) dall'altro.
Gli elementi
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Classico e Moderno??? Dal <<puntodivistofisico>>
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Landscaping: How To
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Selecting Plants
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28 maggio 2007
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informazione e buco nero
non mi riferirei strettamente ad un caso particolare... ma ad una conseguenza logica, data la metrica di Schwarzschild per
il BH....
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In buona sostanza .... xke' la T e la S (entropia) di un BH sono proporz. alla superficie dell'orizzonte (dall'esterno...
solo se
misurata dallo spazio esterno).
La S e' valutabile [per un BH] solo come relativa a quella di un altro BH, e come tale deve partire da un paragone tra
BH.
Tra 2 BH chi ha piu' S?
S e' la "misura del disordine"
Gli stati di un BH non sono come quelli di una scatola con del gas all'interno o un reticolo cristallino oppure (al limite)
un
condensato... no
Il BH e' un tipo strano :))... perche' se lo vedi dall'esterno offre solo 3 quantita' misurabili: Massa, Carica e Momento.
Cioe' 3
gradi di liberta'. Ma se lo vedi dall'interno (dell'orizzonte), il che e' pacificamente fattibile dopo aver attraversato
senza
problemi l'orizzonte verso l'interno, risulsta niente di piu' e niente di meno di uno spazio con della materia e del tempo
che
passa... il fatto e' che il tempo e lo spazio dal di dentro ti fanno apparire tutto alla <<rovescia>>
Se lo spazio fuori indica lo "spazio", dentro indica il tempo.... quanto spazio dal di fuori misura un BH?
Beh... poco.... al massimo e' il volume dentro l'orizzonte?
Beh... la misura dello spazio comunque sia (se visto dal di fuori) e' limitata superiormente... allora dal di dentro il
tempo
sara' <<compreso>> tra un inizio e una fine : ecco il tuo UNIVERSO! Che parte dal BigBang ed arriva fino ad
oggi.
Il tempo invece diventa spazio.
E dal di fuori quanto tempo passa? Infinito!
Ecco che il tuo Universo/BH e' realmente un universo infinito. Se tu ipoteticamente cadi nel BH oltrepassando l'orizzonte
degli
eventi vedrai un nuovo universo Infinito nello spazio e iniziato in quel preciso istante del BigBang.
La S del BH allora devi valutarla da fuori e da dentro.
E' un po' ostica valutarla dal di dentro... allora il trucco consiste in questo.
Mi Metto sul boundary (sull'orizzonte) .... e noto che un po' di schifezze varie emergono e scompaiono tanto piu' rapidamente
quanto piu' sono evidenti.
Se queste schifezze appaiono ad una <<distanza>> epsilon dall'orizzonte allora succedera' che si ricombineranno
prima di affondare
nel BH.
Perche'?
Perche' se sono "pesanti" scompaiono subito... se sono leggere scompaiono dopo ma essendo "leggere"
non fanno danno.. :))
Insomma per far si che si abbia una Variazione di "Energia" nel BH devi solo sperare che la creazione di "schifezze"
avvenga nel
punto preciso dell'orizzonte... o meglio "sul bordo" (una regione di spazio detta ... APERTA)
Qui effettivamente avrai la possibilita' che una delle 2 schifezze passi da un lato e l'altra dall'altro lato dei 2 universi.
Ora... queste schifezze sono simmetriche per la classificazione materia-antimateria... ma quando entrano nei 2 universi
queste si
<<simmetrizzano>>,
Praticamente se hai materia qui dentro non hai piu' antimateria bensi' materia!
Se hai antimateria qui dentro hai antimateria.
Allora vedi:
La Temperatura T di un qualsiasi sistema e' una grandezza "fittizia" inventata dagli uomini (una delle grandezze
, a mio avviso,
piu' belle e' proprio la temperatura, che vuol dire tutto e niente).
Insomma la Temperatura ci dice come il <<calore>> puo' fluire. Se tu hai una T maggiore per "questo
sistema" allora il calore
<<spontaneamente>> fluira' verso "l'altro sistema".
Usiamo i Buchi Neri.... Abbiamo visto come all'estremo di un universo...(ad esempio guardando col telescopio lontano lontano,
oltre i quasar, oltre quegli strani protoammassi, e piu' in la'.... oltre...) c'e' la superficie di ultimo scattering
da dove
arriva il rumore di fondo... Quello e' l'inizio del BH.... Praticamente Un buco nero e' appattato col suo compagno buco
bianco.
Cosi' noi qui andando all'origine dei tempi usciamo praticamente da questo universo ed entriamo in quell'altro.
La temperatura man mano che che torni indietro si alza.... infatti oggi e' 2,7 K ma prima era una bolgia infernale....
milioni di
Kelvin... e che te lo dico a fare?
Quale stima di Temperatura possiamo usare proprio quella classica: e' la variazione di Energia associata ad una variazione
di
Entropia... cosi' dicendo sappiamo che se modifichiamo l'energia modifichiamo la temperatura.
Dunque l'entropia si puo' misurare anche cosi', sfruttando la variazione di energia... e cio' vale anche come materia.
Ma solo se la Temperatura non e' "patologica" ehhhh.... :)) come infatti poi risulta essere!!!!!! Mai che ce
ne vada una buona.
dS=dQ/T... allora se noi supponiamo che T non e' patologica... il gioco e' fatto.
La variazione di Entropia e' legata alla quantita' di schifezze che partono giu' attraverso l'orizzonte... e cio' si valuta
come
l'estensione stessa del Bordo Topologico di un BH.
L'entropia S e' proporzionale alla superficie dell'orizzonte!
Ma ti dicevo, questo ragionamento vale davvero?
Al limite non vale piu'.... cosi' ad esempio fino a 2,7 K (del nostro universo vale, e l'entropia IN-OUT riusciamo a vederla...
ma
non e' davvero quella che ci interessa perche' 2,7 K e' la misura di T adesso, non all'estremo....) ed anche del BH.
Ma cio' che ci viene incontro a questo punto e':
Noi non riusciamo a valutare la S (ma questo ti indica anche perche' il BH evapora... e' sostanzialmente un equilibrio
dinamico di
passaggio delle schifezze dall'uno all'altro Universo) ma possiamo tracciarne l'andamento ed estrapolare il valore di
LIMITE,
ecco.
E praticamente il risultato, anche se non esiste come valore, esiste come passagio al limite. Allora ce l'abbiamo fatta.
Abbiamo estratto una cosa sicura dai BH.
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Classroom 114
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Landscaping: How To
Paradosso della perdita dell'informazione in un buco nero
Vorrei
prima dare un paio di riferimenti a cui poter attingere che io reputo
molto in-topic e davvero esaustivi per quanto riguarda i varii
concetti e problematiche legati al tema della domanda.
Uno
e' CASPAR (insieme a OAIS) in cui si affronta il problema della
conoscenza e della rappresentazione dell'informazione per quel che
riguarda i dati digitali... cioe' : cosa <<mi rappresenta>>
un guazzabuglio di bits che <<OGGI>> riesco a
visualizzare come un documento di Microsoft-Word in cui sono
descritti tutti gli esperimenti condotti in quel particolare
laboratorio di genetica molecolare, con del testo, dei grafici, delle
tabelle, delle immagini... con termini specifici del particolare
campo in questione, genetica-chimica-fisica.
L'altro
e' Brody, Thomas, fisico austriaco-messicano che analizza il problema
dell'epistemologia... della filosofia della fisica, andando a leggere
cosa e' la conoscenza del mondo e il concetto di alea, di previsione
legato alla conoscenza, quindi legato all'informazione... ma in
maniera piu' sottile, facendo un distinguo tra informazione e
conoscenza.
Inoltre
tutto cio' che riguarda la filosofia ontologica, e epistemologia...
poiche' non e' affatto vero che il mondo e' qualche cosa di estraneo
al nostro essere <<uomini coscienti>>, e qui pongo
l'accento su COSCIENTI, il mondo dunque e' in noi, in quanto la
nostra visione del mondo e' si' frutto dell'esperienza, ma e' guidata
in maniera ricorsiva dalla interpretazione che ne riusciamo a dare di
cio' che viene percepito come fenomeno.
In
seguito, se del No-Hair Theorem abbia o meno voluto parlare l'OP, ci
sono ulteriori considerazioni da fare... tutte riguardanti non solo
la mera geometria dello spaziotempo di Schwarzschild (magari con
rotazione e/o carica elettrica Kerr–Newman / Reissner–Nordstrom
) ma la concezione di spaziotempo che si ha all'interno del buconero.
La
domanda nasce dai 2 concetti, palesemente Relativistici, di
Orizzonte
degli Eventi e Singolarita'.
Vorrei
adesso dare un mio contributo alla risposta, con questa frase:
L'universo
si "replica in se'".
La
singolarita’ indica : il quando la <<conoscenza esce dalla
nostra portata>> ed il <<come lo fa>>. Questo
sembrerebbe un concetto ostico, difficile... invece e’ proprio
questo che indica la singolarita’: il punto in cui non sappiamo
piu’.In matematica e’ quel punto in cui i numeri non ci aiutano,
in fisica invece e’ dove l’osservazione vacilla.
Sappiamo
guardare il mondo e osservare i fenomeni che avvengono. Attraverso
l'osservazione dei fenomeni siamo anche capaci di inferire la
validita' di alcune leggi che regolano il comportamento delle
cose. Dunque tutto sta
alla nostra osservazione, al nostro senso critico, perche' se
qualcuno pensa che la realta' e' esterna a noi e quindi OGGETTIVA,
non contempla il particolare importante che di un qualsivoglia
fenomeno siamo noi ad impostarne i limiti spaziali e/o temporali, e
quindi siamo noi che ci scegliamo la nostra realta'. Un
fenomeno puo' essere visto e/o letto in tanti modi diversi. Ad
esempio: un vetro che si infrange dopo esser stato colpito da un
sasso, o una pentola d'acqua che bolle. Nell'acqua si creano delle
celle convettive con cui ci si puo' comodamente riferire a delle
strutture ben definite, cosi' come il vetro puo' essere considerato
un liquido in cui si propagano le onde di pressione, o un solido
amorfo.
L'universo
si "replica in se'". Che
voglio dire?
Mi sto
riferendo alla quantita' di <<conoscenza>>, alla
quantita' di informazioni che noi, da bravi scienziati e osservatori,
riusciamo ad estrarre dalla visione ed attenta analisi di un
fenomeno.
Bene,
quanta conoscenza e' contenuta in un fenomeno? Un naturale
avvenimento che accade qua' e la' nell'universo?
Qui
devo fare una precisazione.
Supponiamo
che Tizio abbia in mano un libro dei Promessi Sposi. Quanta
informazione e' contenuta “nelle sue mani”?
Supponiamo
altresi' che Caio abbia sul suo computer un file PDF per
adobe-acrobat reader recante lo stesso libro dei Promessi Sposi.
Quanta informazione e' contenuta “nel suo monitor” al momento in
cui <<apre il file>> con Acro-read-PDF? Inoltre, quanta
informazione e' contenuta nel solo file PDF?
Supponiamo
altresi' che Sempronio abbia imparato a memoria sempre lo stesso
libro dei Promessi Sposi. Quanta informazione e' contenuta “nella
sua testa”?
Pongo
queste 3 domande perche' vorrei farti notare che la conoscenza che
abbiamo di una certa cosa non e' un qualcosa di assoluto, essa e'
relativa sempre ad una BASE di conoscenza che ci sostiene durante la
fase di <<comprendimento>>; cosi' come per leggere i bits
del file pdf abbiamo bisogno di altri bits che significano il
programma Acro-read-PDF a cui a sua volta necessita associare altri
bits che identificano le varie librerie .so, a cui si aggiunge il
kernel del sistema operativo, e via discorrendo... allo stesso modo
anche avendo imparato a memoria le pagine dei promessi sposi bisogna
<<legarle>> al contesto storico, e quindi associare alla
specifica informazione data dalle pagine del libro ulteriori
conoscenze storiche e sociali, senza cui le parole di manzoni
acquistano tutt'altro significato!
Ad
esempio, sulla stessa riga, potrei parlare del libro di Einstein
sulla Relativita'. Quanta informazione e' contenuta nel libro?
Bene,
ritorno alla domanda che mi ero posto precedentemente:
<<quanta
conoscenza e' contenuta in un fenomeno? Un naturale avvenimento che
accade qua' e la' nell'universo?>>
Non
e' forse esso soggiacente a tutte le leggi dell'universo intero?
Allora essendo esso regolato da tutte le leggi dell'universo si
comporta rispettandole tutte, allora attraverso di lui <<in
teoria>> si potrebbe risalire ad ogni legge che regola la
natura. Informativamente,
l'universo intero si replica in ogni sua parte, anche minuscola,
microscopica.
Questa
informazione pero' e' fruibile solo in linea di principio. Non mi
riferisco solo alla capacita' degli strumenti di poter analizzare
sempre maggiori dettagli, ma quanto alla capacita' della mente di
pensare nuove correlazioni tra concetti distinti e che fanno capo
allo stesso fenomeno. Se infatti prima non e' la mente che immagina
cosa potrebbe seere, dubito che lo strumento possa misurare; lo
strumento non fa altro che isolare ed amplificare alcune quantita' e
mostrarle in maniera <<misurata>> come numero in
relazione al suo campione di misura!
Prendiamo
un BucoNero
E' un
oggetto strano che popola la fantasia dei relativisti Nasconde
tutta l'informazione dietro un orizzonte degli eventi, che non puo'
essere attraversato da alcun segnale elettromagnetico al fine di
trasportare messaggi dall'interno all'esterno. Il
perche' sta nella geometrodinamica che viene fuori dalla RG. Se pero'
non comunica un ente esterno, esso tuttavia vi puo' materialmente
cadere, o esserci gia', all'interno dell'orizzonte degli eventi del
buco nero. Cosa accade
ad una entita' che attraversa l'orizzonte? Oltre agli stress
psico-fisico-motori, spaghettizzazione e quant'altro, non e' cio'
quello che interessa, andiamo incontro alla esplorazione di un nuovo
universo, dotato delle stesse regole del nostro. Il
fatto e' che all'interno del buco nero, una volta entratoci, il tempo
e lo spazio invertono il loro ruolo. Cio' che era infinito
temporalemte diventa un'infinita' spaziale. Cosi' dall'interno un
buco nero assume l'aspetto di un nuovo infinito (spazialmente)
universo, con una sua origine dei tempi.
L'evoluzione
dunque e' confinata al suo interno, ma piu' che confinare, si
potrebbe dire dis-giungere: 2 universi disgiunti. Ed ogni volta si
usano le stesse leggi della natura. Quando
un segnale luminoso, un messaggio elettromagnetico portatore di una
qualche informazione (interno al nuovo universo buco-nero) e' inviato
a raggiungere i suoi confini spaziali esso <<viaggera'>>
verso l'orine dei tempi, arrivando al punto di contatto con
l'universo che gli sta all'esterno. E quindi da un lato abbiamo
segnali che viviamo come CMBR e dall'altro segnali che ci appaiono
come la evaporazione dei BuchiNeri, predetta da S. Hawking.
Ma
riflettendoci, anche un elettrone, per il quale si indica una
estensione spaziale nulla ( un volume zero) avendo esso una sua
massa, dovrebbe essere un buco nero. Infatti....
qualcuno ci stava pensando su Ad
esempio
JACOB D.
BEKENSTEIN, con la sua QUANTUM BLACK HOLES AS
ATOMS http://www.arxiv.org/pdf/gr-qc/9710076
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Back Courtyard
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come si cambia.....
Sull'elettrodinamica dei corpi in Movimento: A. Einstein
La relativita'....si, si.... proprio la sua: CLICCA per gli scritti di Einstein
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